Impianti di spegnimento a CO2

IMPIANTI DI SPEGNIMENTO A CO2

I sistemi di spegnimento a CO2 (biossido di carbonio, comunemente detto anidride carbonica) fanno parte dei sistemi a Clean Agent, essendo il biossido di carbonio un gas che viene stoccato nelle bombole o nei serbatoi sotto forma liquida e che viene erogato in ambienti tramite appositi ugelli che ne causano la vaporizzazione.

Essendo il biossido di carbonio una sostanza completamente ossidata, non partecipa alla combustione, bensì riduce il contenuto di ossigeno nell’aria e soffoca l’incendio. Inoltre, non essendo conduttrice dell’elettricità e non lasciando depositi, è un efficace mezzo estinguente per gli incendi di apparecchiature elettriche ed elettroniche sotto tensione. Quando viene erogata direttamente su una superficie che brucia, esercita anche un’azione di raffreddamento in aggiunta a quella di soffocamento, l’uso infatti è sconsigliato su apparecchiature e materiali sensibili alle brusche variazioni di temperatura. Essendo volatile, impiegato all’aperto è efficace solo per piccoli incendi.

L’impianto di estinzione a biossido di carbonio è costituito da uno stoccaggio (bombole) di CO2 sotto pressione collegato tramite valvole ad un sistema di tubi che la portano a destinazione (collettore e tubazioni di distribuzione). All’estremità di detti tubi vi sono degli ugelli attraverso i quali il CO2 si scarica sul vano o oggetto da proteggere.

Il CO2 scaricato espandendosi si trasforma in neve carbonica. All’interno delle tubazioni di convogliamento (collettore) e di distribuzione si vengono invece a formare condizioni di temperatura e di pressione per cui si trova in presenza sia di liquido che di vapore, questo fatto rende complesso il calcolo delle perdite di carico nelle tubazioni e spiega le difficoltà di progettazione. Le bombole vengono caricate solo parzialmente di liquido, per consentire la dilatazione dovuta alla variazione di temperatura. Per sicurezza sulla valvola della bombola a monte del dispositivo di intercettazione, vi deve essere un disco di rottura che si rompe e scarica la bombola se la pressione al suo interno supera il valore di bollo. Più freddo è il CO2 nelle bombole più tempo è necessario per la sua evaporazione, secondo lo standard NFPA 12 le temperature dei gruppi di bombole devono essere mantenute tra 0 e 50 C° in modo da mantenerle alla normale pressione variabile tra i 55 e i 60 bar. Gli impianti di spegnimento a CO2 esistono sia nella versione ad alta pressione, con l’agente estinguente stoccato in bombole a pressione fino a 70 Bar, sia nella versione a bassa pressione, con l’estinguente stoccato in appositi serbatoi refrigerati, a 18 bar, che sono destinati ad alimentare gl’impianti.

Gli impianti a bassa pressione vengono utilizzati per sistemi di grande dimensione ricorrendo a serbatoi refrigerati; in questi recipienti il CO2 viene mantenuto, per mezzo di un sistema frigorifero, alla temperatura di – 18° C, cui corrisponde una pressione di 20 bar. Le applicazioni dei sistemi a biossido di carbonio sono molteplici, con in più le applicazioni localizzate sulle macchine con uso di infiammabili (rotative tipografiche), per quali tali sistemi rimangono tuttora i più utilizzati. La limitazione principale per l’uso del sistema è dovuto alla pericolosità del CO2 che, alle concentrazioni di utilizzo, risulta pericolosa per gli occupanti in quanto rende l’aria irrespirabile per insufficiente concentrazione di ossigeno. Questo rende questa tipologia di impianti praticamente inutilizzabili in tutti gli ambienti occupati normalmente da persone. Gli impianti di spegnimento a biossido di carbonio posso essere del tipo: A saturazione totale; Ad applicazione locale; Del tipo misto.

Impianti di spegnimento a CO2 a saturazione totale

Sono in genere azionati automaticamente da un sistema di rivelazione d’incendio, che invia un segnale alla stazione di controllo, dalla quale poi parte il comando di apertura delle bombole. Nei casi in cui l’estinguente viene immesso in ambienti dove può accedere o e normalmente presente del personale, il comando di apertura prevede un ritardo automatico di scarica prefissato e segnalato da dispositivi di allarme acustici e ottici per consentire l’abbandono dei locali. La stazione di controllo, contemporaneamente al comando di apertura delle bombole, invia un comando che fa arrestare i sistemi di ventilazione del locale interessato e fa chiudere le aperture, quali serrande dei condotti di ventilazione, finestre e simili, questo per raggiungere e mantenere il grado di concentrazione nel locale richiesto dall’estinguente. Infatti per questi sistemi a saturazione totale la tenuta dei locali è di importanza fondamentale.

Le aperture localizzate verso l’alto non pregiudicano entro certi limiti la saturazione perché aiutano l’espulsione dell’aria; l’afflusso di CO2 fredda crea dapprima una depressione ma successivamente la miscela aria – biossido di carbonio assorbe calore dalle pareti e si può avere un aumento di volume importante se l’ambiente è stagno.
Per ogni gruppo di bombole vi è una o due bombole dette “pilota”, la cui apertura viene comandata direttamente dalla stazione di controllo, il gas scaricato da queste bombole, oltre che andare al collettore va anche ad azionare gli attuatori che fanno aprire tutte le altre bombole della batteria.

Impianti di spegnimento a CO2 ad applicazione locale

Gli impianti di spegnimento a CO2 ad applicazione locale vengono utilizzati dove il rischio di incendio è localizzato ad apparecchiature le cui dimensioni sono molto minori di quelle dell’ambiente che le contiene.

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